Il momento migliore per cercare un nuovo lavoro è adesso

8 Ago 2019 | ricerca lavoro | 1 commento

Incontro ogni giorno persone che vogliono cambiare lavoro e ho notato due atteggiamenti che, a mio avviso, rendono più complicata e poco efficace questa attività.


QUANDO SARO’ PRONTO

Lo so che siamo tutti in ferie e che “inizio a cercare a settembre”. Il mio dubbio però è che procrastinare sia una delle cose che ci riesce meglio, in estate come con la neve.
E quindi succede che:

  • a settembre o a gennaio
  • quando avrò sistemato il CV
  • appena avrò scritto una bella lettera di presentazione
  • appena passa questo periodo che non mi lascia tempo nemmeno per respirare
  • alla chiusura di questo progetto
  • quando non ne potrò davvero più
  • dopo aver fatto un percorso di coaching
  • quando non avrò più saturno contro

Nessuna di queste affermazioni è sbagliata. Ha senso cercare lavoro preparati, rilassati, consapevoli di sé, con le idee chiare, riposati, quando il mercato è vivo e i pianeti ben allineati.
Però credetemi, questa congiunzione astrale è difficilissima: quando il mercato è attivo noi siamo oberati di lavoro, quando il CV è pronto noi abbiamo un progetto che non possiamo mollare, quando abbiamo la giusta consapevolezza di noi e di quanto valiamo ci manca il CV.
E Saturno è uno stronzo, non si schioda mai!

ENTRARE E USCIRE DAL MERCATO DEL LAVORO

Il secondo atteggiamento che ostacola una serena ed efficace ricerca di lavoro è la tendenza ad attivarsi solo quando stiamo molto male nel posto in cui siamo, o quando un lavoro non l’abbiamo e quindi il livello di frustrazione  è ancora più alto.
È normale: se sto bene nel mio posto di lavoro, se sono coinvolto, se credo in ciò che faccio e nell’azienda per cui lavoro non c’è motivo per cercare altro. E questo atteggiamento è sacrosanto.
Nessuna azienda peraltro vorrebbe assumere collaboratori che tengono sempre le antenne alzate, pronti a intercettare una nuova opportunità.

E però anche questa è una forma di procrastinazione.

Infine ammettiamolo, cercare lavoro non è un’attività piacevole: psicologicamente ed emotivamente per i più rappresenta uno stress e l’evidenza di un malessere che non si può più ignorare.
Comporta qualcosa che non ci piace fare: chiedere e dover convincere di quanto valiamo.
Comporta metterci in competizione, lasciare che qualcuno ci valuti, ci confronti con altri, ci definisca, ci metta delle etichette, ci dia un giudizio.
Ci dica di no.
La percezione che abbiamo di noi stessi si trova a fare i conti con il parere altrui (le aziende, gli HR e quei cazzoni dei recruiter) e a qualcuno potrebbe succedere di sentir vacillare le proprie certezze più intime.

No dico, ma chi ce lo fa fare? Solo se strettamente necessario, come il dentista, la ceretta e la colonscopia.

E NON È FINITA QUI

Affacciarsi al mercato del lavoro ogni tot anni e quando diventa necessario e vitale cambiare, non è solo emotivamente difficile, rischia di renderci incapaci e arrugginiti ogni volta che dobbiamo affrontare una selezione.
Quello che succede a perdere il contatto con il mercato è questo:

  • non siamo aggiornati sulle evoluzioni del nostro ruolo, su come viene percepito, su come si posiziona fuori dalla nostra azienda
  • perdiamo di vista le aziende e le loro evoluzioni
  • non manteniamo aggiornato il CV e ci scordiamo di come si fa (banale ma vero)
  • smettiamo di fare colloqui e perdiamo l’abitudine a parlare di noi (e poi succede che quando ci chiamano per un’opportunità meravigliosa semplicemente non risultiamo convincenti e scivoliamo sulle domande più banali)
  • accettiamo il primo lavoro che arriva perché siamo così stressati e frustrati che ogni cosa nuova va bene (e lì si salvi chi può)
  • non accettiamo nessuna opportunità e prolunghiamo in eterno la ricerca perché improvvisamente non siamo più sicuri di niente e il male conosciuto è comunque più rassicurante del nuovo sconosciuto (succede anche questo),
  • affrontiamo la ricerca di lavoro con un tono energetico negativo o particolarmente basso che a colloquio diventa un boomerang pericolosissimo
  • perdiamo il contatto con i canali attraverso cui si cerca lavoro
  • non siamo in grado di negoziare in modo efficace una proposta economica

RESTIAMO DENTRO AL MERCATO, SEMPRE

I freelance non cercano lavoro, i freelance fanno attività commerciale. E sono – un po’ più – abituati a vivere il mercato, a intercettare opportunità, a presentarsi.
Pensare alla ricerca di lavoro come a un’attività commerciale è un primo cambio di prospettiva che vi suggerisco.
Gli altri miei consigli sono questi:

  • usate LinkedIn per mantenervi sempre aggiornati sul vostro settore, sulle evoluzioni del mercato, sui canali e le modalità di ricerca, etc.
  • curate la ricerca passiva di lavoro: quella per cui è il lavoro che cerca voi (di nuovo LinkedIn aiuta, se usato bene)
  • applicate ogni tanto e non negatevi la possibilità di un colloquio: non significa tradire la vostra azienda o inviare candidature ad minchiam bensì fare un bel regalo alla vostra professionalità. Mettere fuori la testa è l’unico modo per costruire una consapevolezza sé che non sia solo frutto dell’autopercezione.
  • non procrastinate: ad agosto non si inviano candidature spontanee (quelle non finalizzate ad alcuna selezione) ma si possono monitorare le inserzioni e magari rispondere quando tutti gli altri sono al mare a curare l’abbronzatura e ad accumulare ciccia
  • curate il network e le relazioni, sempre e comunque, on line e off line: non in modo opportunistico ma per evitare quella spiacevole sensazione di solitudine che ci assale quando si cerca lavoro 
  • prendetevi il tempo di lavorare su voi stessi quando avete la serenità per farlo: coaching, counseling, assessment sono momenti di crescita personale che non dovrebbero essere relegati a quando l’acqua tocca il culo
  • investite sulla vostra formazione, se non lo fa l’azienda fatelo voi secondo le vostre possibilità economiche: è la vostra impiegabilità che ne beneficerà
  • iniziate adesso perché in questo preciso momento c’è già qualcosa che potete fare!

Buon agosto.

1 commento

  1. Matteo

    Ciao Roberta! Complimenti per il tuo blog! A proposito di cambiare lavoro: saresti così gentile da dirmi la tua sulla situazione del mercato del lavoro nel campo delle risorse umane? Ci sto facendo un pensierino!
    Grazie!

    Rispondi

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