Agosto: il capodanno dei lavoratori e 3 libri interessanti

22 Ago 2016 | #VitaDaRecruiter, Riflessioni sul lavoro | 2 commenti

31 agosto: il capodanno di chi lavora (inclusi gli studenti, che secondo mio papà “quando vai a scuola, la scuola è il tuo lavoro!”).

La data potete spostarla e personalizzarla a seconda del vostro lavoro.
Per me più che un giorno si tratta di tutto il periodo che va dalle pre-ferie, che continua durante le vacanze e che termina alla ripresa dell’attività lavorativa ma che ha il suo apice nella prima fase (il pre-ferie).

E se a capodanno (quello classico intendo) si fanno bilanci e si compilano liste di buoni propositi, nel mio agosto è più o meno la stessa cosa.

Fin da quando andavo a scuola vivevo la fine dell’estate redigendo mentalmente un elenco di cose che, alla ripresa degli studi, avrei fatto meglio:

  • avrei tenuto in ordine i quaderni,
  • non avrei perso le penne,
  • avrei annotato scrupolosamente tutto sul diario,
  • avrei studiato dal primissimo giorno,
  • mi sarei organizzata per prendere appunti secondo il metodo delle mappe mentali,
  • ecc…

Poi si sa, alcune cose vanno e altre no ma questo non mi ha mai scoraggiata.
Partivo ogni anno carica di entusiasmo e non necessariamente triste perché erano finite le vacanze (anche se le vacanze non durano mai abbastanza, ca va sans dire).

Con la fine degli studi e l’inizio del mio percorso lavorativo questa abitudine è un po’ scemata.
Diciamo che da dipendente l’impulso di svecchiamento era meno forte (purtroppo).
Da freelance invece l’esigenza di rinnovamento si è ripresentata puntuale, con la stessa potenza del sole all’alba di un giorno limpido e fresco.

Ora vi spiego come ho imparato a gestire questa spinta, che nasce da un rito infantile ma non per questo ha meno valore di tante altre attività motivazionali. Anzi, per me è stato prezioso riuscire a trasformarla in un’occasione di formazione e di rimessa a punto degli obiettivi (vecchi e nuovi).

COME FUNZIONA IL MIO AGOSTO?

Innanzitutto con il mio compagno abbiamo deciso di andare in ferie a fine mese (entrambi possiamo pianificarci, siamo fortunati), quindi diciamo che l’ultima settimana stacco, la testa quantomeno. 😉

Delle altre 3 settimane:

  • la prima è classicamente un’esplosione di fuochi d’artificio: dal primo al 10 pare che dobbiamo rivoluzionare il mercato del lavoro, le aziende lanciano ricerche nuove urgentissime o pressano per chiudere quelle aperte, insomma si lavora duro!
  • i restanti giorni che mi separano dalle vacanze coincidono con la chiusura della maggior parte dei nostri clienti e pure i candidati da un paio d’anni a questa parte se ne vanno in ferie (buon segno), di conseguenza in ufficio è la quiete dopo 11 mesi di tempesta. Voi non avete idea del bene che si sta.

Questo lasso di tempo è il mio capodanno: 10-15 giorni di cui posso gestire liberamente almeno l’80% del tempo per prepararmi bene alla ripresa.
E questo è un periodo dell’anno che, da quando lavoro in proprio, considero sacro e inviolabile.
È il tempo per me professionista, non per i miei clienti o per i miei candidati.
Tempo sacro e inviolabile.

PERCHÈ

Perché mi piace pensare che a settembre inizierà qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso.
Sono gialla-insights, ve lo ricordo, nel mio universo non è concepito che una cosa si ripeta ogni anno uguale a se stessa, non esiste proprio.
Io voglio (ne ho bisogno) di tornare al lavoro carica di energia e di obiettivi nuovi, e non di nostalgia per le belle giornate tra i monti e con un occhio già alle vacanze natalizie.

COSA FACCIO QUINDI?

In questi giorni di pace e “totale auto-gestione” io studio, faccio esercizi e scrivo.
Principalmente questo.
Compro libri/e-book o leggo quelli che avevo acquistato mesi prima e non avevo mai trovato il tempo di leggere.
Opto per dei manuali molto concreti, nessuna Bibbia del recruitment per intenderci e nemmeno la biografia del buon Jung.
Poca e selezionata teoria e molta pratica!
Quest’anno ho scelto 4 libri, non specifici del mio lavoro ma utili a lavorare meglio.
Me li sono letti in ufficio, ho schematizzato quando serviva, ho fatto gli esercizi previsti, ho scaricato strumenti di lavoro selezionando quelli che possono essermi utili, ho riscritto testi delle nostre offerte per esercitarmi: insomma ho applicato subito quanto avevo letto e ritenevo utile a me (noi).
In alcuni casi ho iniziato attività che dovrò gestire nei prossimi mesi (ad esempio la revisione dei testi di questo blog).

No, non sono in vacanza.
Non me ne sto a casa in infradito a leggere tra un impasto e una lavatrice.
Vengo in ufficio ogni giorno. Pure coi tacchi anche se non dovevo vedere nessuno (ma questo è un altro capitolo).
Faccio pausa pranzo come al solito dalle 13:00 alle 14:00 circa.
Rispondo alle mail, gestisco attività in vista della ripresa, aggiorno i clienti che riaprianno quando io sarò in viaggio e fisso pure qualche appuntamento per il rientro.

Non ero in vacanza.
Perché come dice la mia amica Maricler: per chiamarsi davvero vacanza “corpo e mente devono trovarsi fuori dal (luogo di) lavoro”.
Il rischio infatti è che “chi non stacca mai il cervello comincia a considerare vacanze anche quando non stacca davvero. E invece bisogna staccare.”

Io stacco da oggi, sono ufficialmente in ferie. 🙂

MA, E QUINDI?

E quindi no, non vi sto suggerendo di passare le vostre giornate sotto l’ombrellone leggendo Detto Fatto o L’arte di comunicare o LinkedIn per aziende e professionisti e via dicendo.

I miei consigli sono due:

  1. se ci sono periodi dell’anno in cui il vostro lavoro (per stagionalità o altri motivi) ha una flessione, approfittatene per studiare, per formarvi, senza che nessuno vi debba finanziare per forza un corso, (certo, se lo fanno tanto meglio ma se non accade non è un buon motivo per non imparare cose nuove. Nel mio caso ad esempio ho già allocato tutto il mio limitato budget per la formazione del 2016 quindi mi è sembrato intelligente sfruttare alcuni testi molto pratici per incrementare lo studio: in questa era e con la tecnologia che abbiamo a disposizione non c’è scusa per non imparare!).
  2. vivete il capodanno dei lavoratori: usate questo periodo estivo anche per ricominciare non solo più riposati ma più entusiasti, più motivati verso nuovi obiettivi, più carichi di buoni propositi oltre che di kg accumulati in ferie. Se vi va compratevi un astuccio e delle penne nuove, un’agenda o un nuovo quaderno degli appunti… iniziate dal nuovo insomma.

Per chi fosse interessato ecco i libri che ho studiato in questi giorni (e che naturalmente vi consiglio facendo pure la ola):
Solopreneur – l’organizzazione del lavoro (in proprio) spiegata semplice, della mitica Francesca Marano: è un libro utile anche a chi non lavora in proprio ma nasce come una fonte preziosissima di strumenti e metodologie di lavoro per chi non può contare su una struttura e deve gestire da solo dall’amministrazione all’attività commerciale passando per lo sviluppo dei progetti.
Scorrevolissimo e diretto come solo Francesca sa essere. L’ho divorato e lo sto applicando per gli aspetti che possono effettivamente migliorare il mio lavoro.

Tutto fa branding – guida pratica al personal branding, dell’unica Coltivatrice di successi che ci sia in circolazione: Gioia Gottini. Questo testo lo rimandavo da mesi perché richiedeva una certa applicazione (esercizi, tante cose da scrivere e via dicendo) e non volevo rischiare di vanificarlo con una lettura superficiale. Ho fatto bene. Semplice, concreto, efficace: una guida che ti accompagna passo passo per mettere le basi e poi costruire la casa del tuo personal branding.
Sulle attività di Gioia ho iniziato a rivedere alcune parti di questo blog e con i suggerimenti/strumenti di Francesca voglio aprire un progetto e chiuderlo entro tempi stabiliti!

Chi ha paura del Business Plan?, torna in campo Francesca Marano che con questo titolo lo giuro, mi ha sempre spaventata. Io ho paura eccome. Io e i numeri, anzi, io e la gestione strategico-economico-finanziaria del mio business, siamo due rette divergenti.
Il libro di Francesca ha un grande pregio: l’autrice. Lei ti parla e ti rassicura subito, e tu dici “ok, ce la possiamo fare se mi tieni per mano”. E lei lo fa, con il suo stile che unisce simpatia, vita vissuta, grande professionalità e tanta pratica: il libro contiene schede ed esercizi da svolgere per arrivare a mettere a punto un proprio personalissimo Business Plan. Francesca è generosa, lei ti insegna quello che ha imparato, rielaborato e poi messo a punto in tanti anni e tu ti ritrovi con la pappa pronta, devi solo metterci un po’ di impegno e ringraziare.

Il quarto libro è quello di una professionista bava come poche (uno dei miei punti cardinali in fatto di scrittura e relazioni). Ma di questo testo vi parlerò a settembre, non perché sia migliore rispetto agli altri bensì perché, a differenza degli altri che si rivolgono principalmente a persone che lavorano in proprio, questo si rivolge a tutti: in particolare a chi lavora, e in un capitolo preciso anche a chi cerca lavoro. E tratta temi a me così cari e così collegati a questo blog che non posso non dedicargli uno spazio a sé. Quindi appuntamento rimandato.

Trovate tutti i libri citati (e molti altri) nella sezione Manuali Professionali di Zandegù e no, questo non è un post sponsorizzato: scrivo di mia sponte cose che nascono dalla pancia e dal cuore e in testa trovano le parole per essere dette.

Basta, ho finito.
Adesso stacco e mi dedico alla ricarica delle energie psico-fisiche, leggerò solo romanzi e ricette.
Sarò assente un paio di settimane, ci risentiamo con calma e tanto entusiasmo a settembre.

A presto 🙂

2 Commenti

  1. Michela

    Segno, segno i titoli! Grazie! 😉 per il momento sto leggendo altro (per arricchirmi professionalmente) ma segno 😉
    Nel frattempo Buone Vacanze e Buona Ricarica!

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